Le recensioni della Sfinge: Strappare lungo i bordi
Alla fine viene fuori che "segui la linea tratteggiata ed andrà tutto bene" è un pessimo consiglio da seguire pure se non stai in autostrada
Spoiler status: accenni all’inizio, forti dopo il terzo paragrafo
Dopo il terzo paragrafo, si capisce in che direzione va la serie. Non leggete oltre se ve la vodete vedere prima.
Cos'è Strappare Lungo i Bordi
Dai, è praticamente impossibile che non sappiate, neppure per sbaglio, chi è Zerocalcare. Se non lo sapete e siete su internet, bentornati nel cyberspazio! come sono andati gli ultimi cinque anni per voi?
Mr Sopracciglioni ha fatto una serie su Netflix, che ha da oggi abbandonato il primo posto in Italia ed è solidamente terza, dopo Squid Game col doppiaggio finalmente in italiano e una serie francese che boh.
Se vi interessa sapere che ne penso, lo scoprirete qui di seguito. Se non vi interessa... strano, tutti e due i miei lettori mi hanno chiesto che ne pensassi: avete cambiato idea?
Cosa strappi?
Zerocalcare è famoso per due cose: il blog con le storielle di vita quotidiana (poi portate su Wired) e le sue monografie a fumetti. Nelle seconde, ha l'abitudine di inserire digressioni buffe e umoristiche all'interno di un arco narrativo più ampio, che si confronta sempre con temi seri, spesso drammatici.
E la metafora di stavolta è nella citazione che avrete già trovato dappertutto
E allora noi andavamo lenti, perché pensavamo che la vita funzionasse così: che bastava strappare lungo i bordi, piano piano, seguire la linea tratteggiata di ciò a cui eravamo destinati e tutto avrebbe preso la forma che doveva avere.
Accompagnata, ovviamente, dalla constatazione che la vita non funziona così.
Zero, il protagonista autoinserito che l'autore (che se non lo sapete si chiama Michele Rech e ci tiene a non essere scambiato per il personaggio) usa come burattino principale, ha la sua ragion d'essere nel lamentarsi delle piccole cose.
E' paralizzato nello scegliere la pizza, viene disturbato da particolari minori, si tiene da parte la seconda stagione di Sense 8 da anni perché aspetta il momento giusto e proietta aspettative irrealistice rispetto al suo rapporto con l'insegnante di seconda media.
E deve fare qualcosa di spiacevole.
L'arco narrativo è composto da piccoli pezzi, sempre diversi, della storia principale, uniti insieme dalle ansie, le fatiche, le paranoie della generazioni di quelli che oggi hanno trent'anni. Da piccole cose, da seccature, e dalla domanda inespressa su cosa debbano fare i protagonisti della storia.
Da qui in poi ci sono spoiler grossi - Il viaggio
La storia è un flash tra presente e passato.
Zero, Sarah e Secco sono amici dalle medie. Si conoscono da tempo, hanno un rapporto stratificato e complicato. Al minuto due, prima ancora di esplorare questo rapporto, la serie ti dice che in quest gruppo si inserisce Alice.
Alice piace a Zero ed ha una voce robotica. Sembra una storia come tante, il "lo fanno, non lo fanno". Il tempo passa, i ragazzi crescono. Si intrecciano le loro storie e le paranoie di Zero si fanno il vero protagonista.
Sei cintura nera di come si schiva la vita. Quinto dan
C'è una sorta di stoicismo romantico, che si costruisce per un lungo tratto della serie, sul restare indeciso, nella propria zona di comfort, senza fare nulla.
Poi però lo stoicismo viene spezzato quando si inizia a capire, e quando poi viene concretamente confermato, che i ragazzi stanno andando al funerale di Alice, che si è uccisa. E che la gran parte di tutte le paranoie, le sciocchezze, le puntualizzazioni di Zero sono un sistema per non affrontare questa cosa, un altro modo diverso per non doversi confrontare con la vita.
La cosa è affrontata con grande sensibilità, senza romanticizzare il suicidio e senza sbavature iperdrammatiche. Il funerale di Alice è una scena difficile, spiacevole, ma che ricorda che una persona non è solo la sua infelicità. Lascia uno spiraglio di luce, di normalità in una storia che probabilmente non ha senso e chiude in modo molto gentile e delicato un percorso che, piano piano, ti accompagna verso una cattiva destinazione
E quindi Quartz, ti è piaciuto?
Ni.
Preso da sola, la serie è gradevole, godibile e ben scritta. Ha tutti i pregi di Zerocalcare - è divertente, fa sorridere, fa pensare, è profonda - ed ha uno stile sia grafico che narrativo che non si vede in giro.
Se però hai già letto Zerocalcare, la storia non ti torna nuova.
Il tema delle non scelte e del suicidio è già stato affrontato - probabilmente meglio - in La profezia dell'armadillo. Le due pagine in cui l'armadillo, cioè le paranoie di Zero, incontra le paranoie di Camille è una scena realizzata magistralmente. Anche la scena del funerale sembra ricalcata da lì.
(Qui ci sarebbe andata la scena dell'Armadillo, ma leggetevi il volume)
E Alice è un personaggio che compare con un modo di fare molto simile in Macerie Prime e Macerie Prime - Sei mesi dopo. Ed ha un'altra storia.
Una delle grandi doti di Michele Rech è quella di farti conoscere dei personaggi spesso assurdi e fuori contesto come Secco, o il famigerato Amico Cinghiale che non compare nella serie, e fartici affezionare come se fossero tuoi amici.
Quando sei un suo lettore, questi personaggi già li conosci. E un po' ti dispiace che Alice abbia una storia diversa e che ne rubi un po' a Camille. Dev'essere la stessa dinamica che porta i fan dei fumetti a cacare il cazzo senza fine ai film Marvel, quindi evito di aggiungermi alla schiera.
Da suo lettore mi fa molto piacere il successo in Italia e, moderatamente, all'estero che sta avendo e spero che questo porti alla realizzazione di altre serie firmate da lui. Però avrei preferito una cosa veramente originale rispetto alla rielaborazione di cose che aveva già scritto.
Post scriptum
Ovviamente del fatto che parla romano non ne parliamo, che è una polemica stupida e senza senso che mi farebbe aumentare il traffico, ma di gente rompicazzo più che del mondo del GDR
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