Crowdfunding, ovvero: come far girare un po' di soldi
Perché dopo più di un mese di assenza, è bello pubblicare uno di quei post che non si incula nessuno
Il punto della discussione
Se sei bravo a smanettare ed hai un gioco semplice, prendi GDR-CD, lo carichi su Aruba, imposti il tutto ed accetti con serenità che ci saranno bug, vulnerabilità di sicurezza e potenzialità non usate perché non conosci lo stato dell'arte.
Se, però, non sai smanettare, ti serve qualcuno che ti sistemi un po' GDR-CD e le relative impostazioni, te lo carichi su un server stabile (e quindi di solito non Aruba) e magari qualcun altro che ti faccia la grafica.
E quindi già ti servono un po' di soldi o un amico smanettone bravo.
Se poi hai anche necessità di un gioco con funzionalità non standard, che non usa Interlock come sistema base, che ha bisogno di automazioni importanti, che si tiene in piedi solo se certe cose le fa il sistema, hai bisogno di un bel gruzzoletto. E, per essere chiari, con "bel gruzzoletto" si può arrivare anche a diverse migliaia di euro.
E ora che siete arrivati anche voi nell'angoscia dell'aspirante gestore, capite immediatamente perché qualcuno si è chiesto se non può pagare qualcun altro.
Crowdfunding for dummies
Se escludiamo (e lo facciamo perché il pay to win non mi piace) i pack, cioè i pacchetti a pagamento che forniscono vantaggi di gioco (equipaggiamento, migliore resa in PX, altre cose di gioco), restano come sistemi di finanziamento il merchandising e le donazioni individuali, che, per semplificarle brutalmente, sono nella forma di donazione finalizzata ad un progetto che speriamo si avvii (Kickstarter), o donazione finalizzata a remunerare un progetto che esiste e mi piace (Patreon).
Ci sono sicuramente altri sistemi, ma Kickstarter o Patreon sono abbastanza famosi e sufficientemente diversi per usarli come pietra di paragone, specie se semplifichiamo brutalmente. E poi c'è il merchandising, che avrei voluto escludere perché non è fiscalmente neutro, ma poi ho scoperto che neppure Kickstarter o Patreon lo sono, e quindi, dopo essermi rallegrato per la pervasività del fisco italiano, ho deciso che avrei dovuto, in coda, almeno accennare alle tasse.
Evviva, si parla anche di tasse! L'entusiasmo è alle stelle.
Crowdfunding for dummies: Kickstarter
Kickstarter funziona così: immagini un progetto fico che possa piacere alla gente, lo presenti al meglio delle tue possibilità sulla piattaforma e chiedi delle donazioni per cercare di farlo partire.
La piattaforma prevede di poter dare dei piccoli incentivi in caso di donazione. Ad esempio, Rich Burlew che è un autore di fumetti online, ha chiesto sostegno per rimodernare il sito e lavorare a tempo pieno ai suoi fumetti (che trovate sul suo sito e che vale la pena di leggere); in cambio, ha previsto tutta una serie di piccole ricompense, come il ricevere un suo disegno su carta, di qualità sempre maggiore rispetto all'aumentare della donazione, fino ad inserire un personaggio nella sua serie. Nel PBC questo potrebbe sembrare come: a chi dona più di cinque euro si mette in scheda il logo di "sostenitore"; a chi dona più di venti euro quello di "fondatore". Attenzione perché questa pratica presenta problemi fiscali.
In ogni caso, alla fine della promozione, il finanziato prende i soldi, tanti o pochi che siano, ed è obbligato a produrre il risultato che ha promesso (nel nostro caso sarebbe un PBC), oppure a rifondere i donatori.
Come vedete, sembra proprio il sistema ideale per finanziare la spesa del programmatore prima che apra il gioco.
Ce n'è, però, un'altra.
Crowdfunding for dummies: Patreon
Patreon è un sito nel quale fai delle donazioni se ti piace una cosa, per sostenere chi la produce. Su Patreon puoi trovare gente che fa musica su Youtube, gli artisti di Deviantart, praticamente tutti gli streamers professionisti o aspiranti tali, ma anche giornalisti, onlus ed autori di podcast (capito Nick?)
Ultrasemplificando, Patreon è il sito che ti aiuta a dare la mancetta al tuo autore, artista o tizio preferito.
In questo caso, Patreon potrebbe essere utilizzato non per affrontare le spese iniziali, ma per tentare di recuperarle nel tempo, con donazioni volontarie da parte dei giocatori che lo apprezzano.
Insomma, una cosa molto più rischiosa, incerta e che richiede che tutte le difficoltà iniziali siano state superate e che il gestore abbia anticipato una bella sommetta.
Il merchandising non mi piace e quindi non gli dedico spazio, ma è simile a Patreon, solo che a chi paga consegni anche un cappellino, una maglietta o un portachiavi orribilmente sovrapprezzo.
Gli aspetti fiscali (ovvero quello che non vedevate l'ora di trovare in un blog che parla di giochi di ruolo)
Questo pezzo l'ho voluto mettere perché mi sono subito accorto che l'inculata è dietro l'angolo.
Kickstarter sembra l'ipotesi più sicura: ricevo donazioni per fare un progetto senza scopo di lucro, che reddito produco? Se andate a leggere sopra, vi avevo consigliato di non dare i regalini per step di Kickstarter. E vi aggiungo: non date ai finanziatori di Kickstarter neppure un account nel gioco.
Questo perché la giurisprudenza riconosce queste pratiche come vendita di cosa futura. Il che vuol dire che state vendendo un prodotto dietro compenso di prezzo. Il che vuol dire che siete dei commercianti, che forniscono un servizio dietro pagamento. E quindi vi dovete fare la partita iva e pagare l'irpef, e probabilemente sentire anche un bravo commercialista. E quindi non lo fate che è meglio.
Patreon è ancora più problematico, perché è la stessa piattaforma a ritenersi un ausilio all'ottenimento di un compenso. Il che vuol dire che i compensi ottenuti su Patreon sono sicuramente da dichiarare in dichiarazione dei redditi.
Arrivati a questo punto capirete da soli che il merchandising è anche peggio.
E quindi se volete fare una campagna di finanziamento, è bene che sia un Kickstarter semplice, che chiaramente stabilisce che lo fate al solo scopo di far partire un progetto, che poi sarà ad accesso libero per tutti, senza dare alcun vantaggio agli eventuali finanziatori.
In conclusione
Prima di approfondire gli aspetti fiscali, ero assolutamente convinto che l'unico modo di far aprire altri giochi fosse il crowdfunding. Mi sono però accorto che è un argomento da maneggiare con prudenza e che, escluso il Kickstarter puro e semplice, è un po' una fregatura.
I margini sono stretti e servirebbero iniziative comuni iniziate dieci anni fa, che non si sono fatte, oppure la raccolta fondi nella Intercooler Onlus che è deragliata insieme al forum, e che però si basava sulle consulenze fiscali del mio commercialista (e quindi pagare un professionista è quasi inevitabile).
Postilla
Già me li vedo quelli che diranno "si, ma chi è disposto a pagare per un play by chat?" Non conosco la demographic, ma è pieno di gente che dona sul Patreon di youtuber e twitcher anche italiani, i quali ultimi hanno anche una funzione che lo fa vedere in diretta. Non voglio giudicare cose che non mi piacciono, ma di fatto offrono un'ora o due di divertimento a persone che lo desiderano. E non vedo perché dobbiamo avere il complesso di inferiorità rispetto a gente che gioca ai videogiochi (alle volte anche male) e non è particolarmente brava con le parole (questo perché quelli bravi guadagnano dai settantamila ai tre milioni di euro l'anno, roba che noi vediamo con il cannocchiale)
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