07 luglio 2023

 

Come si pensa un progetto

A Braavos New World

Ovvero Quartz non rinuncia agli stupidi giochi di parole neppure a pagarlo

 

Un po' per farvi sapere che non sono ancora morto, un po' perché un curioso mi ha chiesto di un vecchio progetto che avevo sviluppato con una presentazione in brochure da venditore di pentole e, diciamolo, soprattutto perché volevo generare traffico a questo povero blog, mi è venuto in mente di schiaffare qui la parte "generica" della presentazione, lasciando le dinamiche un po' fuori, eventualmente per aggiungerle in un secondo post (du post is megl che uan, diceva Stefano Accorsi).
 
E mi è venuto in mente che ok, "istruttivo" no, ma magari d'ispirazione poteva essere. 
 
Godetevelo. Anche perché è "una nuova GoT che non ha mai aperto"

 

A Braavos New World

 

Noi braavosiani discendiamo da coloro che fuggirono da Valyria e dal furore dei suoi signori dei draghi. Noi non scherziamo sui draghi.

 

 

Braavos è la più bizzarra; una città eretta non dall’Impero ma contro di esso. Un labirinto di illusioni e inganni per nascondere i fuggiaschi dagli schiavisti valyriani. Dopo il Disastro, la città è emersa dalle ombre per diventare il più grande centro bancario del mondo. Un uomo può ottenere qualsiasi cosa a Braavos… al giusto prezzo. Specialmente la morte. La propria, se offende uno dei tanti spadaccini che spadroneggiano in città. Oppure, se sei veramente ricco o veramente disperato, quella di qualcun altro.

 

 

E da quel cuore liquido si ergeva la città vera e propria, un grande labirinto di cupole e torri e ponti, grigi, oro e rossi

 

 

 Ambientazione

Braavos è una città costiera che sorge nella parte più settentrionale dell’Essos. 

Costruita su un arcipelago di cento piccole isole e isolotti ed attorniata da una serie di lingue di terra, per lo più paludose ed inabitate, la città è un piano reticolo di strutture, ponti, canali, ombre, foschia ed intrighi.

In città non ci sono alberi e colline, solo strutture costruite dall’uomo: per lo più piccole case attaccate le une alle altre, con occasionali grandi edifici, che però si sviluppano per lo più in altezza.

 

Storia

In un’epoca remota l’Essos era letteralmente dominato dall’Impero di Valyria, uno stato potentissimo che ha fondato la sua prevalenza militare sull’uso dei draghi come arma di guerra e che è poi caduto a seguito di un cataclisma chiamato Disastro di Valyria, del quale si è persa memoria.

All’apice del suo potere, Valyria controllava metà del mondo conosciuto ed aveva fondato un gran numero di colonie, la maggior parte delle quali sono sopravvissute a tutt’oggi e sono otto delle nove città libere.

E poi c’è Braavos, la nona città libera, o secondo molti la prima, che è stata fondata da schiavi sfuggiti agli schiavisti valyriani che si sono rifugiati in un arcipelago dalla struttura labirintica e l’hanno trasformato, nel tempo, in una città potente, bellissima e unica, partendo da zero.

Narra la leggenda che gli schiavi, fuggiti dopo una ribellione, abbiano cercato un luogo il più lontano possibile per scampare la punizione dei propri feroci padroni. Guidati da un gruppo di sacerdotesse veggenti dei Cantori della Luna, trovarono una laguna sperduta, protetta da lembi di terra alberati e costantemente avvolta dalla nebbia, che li avrebbe nascosti dagli esploratori a dorso di drago.

Braavos rimase nascosta per più di un secolo ed i suoi marinai adottarono tecniche complessissime per mentire sulle proprie origini. Dopo di che, la città decise di proclamarsi al mondo in un evento chiamato la Rivelazione, che viene festeggiato a tutt’oggi.

Dopo la caduta di Valyria, Braavos divenne un centro di estrema prominenza sia in campo commerciale, che in campo bancario.

 

Cultura

Conosciuto come l’approdo sicuro di avventurieri, fuggiaschi, schiavi liberati e senza patria, Braavos è un crogiolo di culture. Non esiste un’etnia o anche solo un look tipico del braavosiano e se pure c’è un dialetto braavosiano di derivazione dal basso valyriano, non è inusuale che nella città si parlino anche diverse altre lingue.

Poiché i fondatori della città veneravano diverse divinità, a Braavos ogni religione ha il suo posto, dai Sette Dei andali al Signore della Luce.

Uno dei pochi tratti distintivi della città è l’odio viscerale per la schiavitù. Infatti Braavos è uno dei pochi luoghi nel mondo conosciuto nei quali la schiavitù è espressamente vietata.

 

Governo e potere

La città è di fatto un’oligarchia.

La figura più prominente è il Signore dei Mari, un incarico elettivo a vita.

Il Signore assume il potere di accusa nei processi e controlla l’Erario, l’esercito e la flotta. Ha inoltre un limitato potere legislativo, in quanto i suoi decreti devono essere appoggiati dal suo Consiglio, sei aristocratici eletti per controllare strettamente l’operato del Signore.

Inoltre esiste l’Assemblea Ristretta, con i venti nobili di maggior rango all’interno. Poiché l’aristocrazia braavosiana è basata sul commercio, il posto in Assemblea (che si compra e che ha anche un ingentissimo costo annuo) è un’ottima misura della ricchezza di una casata.

L’Assemblea elegge il Signore dei Mari, incarica il Consiglio e funge da sommo tribunale.

Oltre alla forma esteriore del potere politico, a Braavos ci sono diversi altri centri di influenza.

La più importante forma di influenza è quella commerciale. I mercanti braavosiani solcano tutti i mari e commerciano con tutti indistintamente. Sono tra i pochi che si addentrano in tutte le acque, anche quelle più pericolose, e raccolgono leggende di mostri marini e animali unici. Ottengono, quindi, guadagni spropositati, che servono per finanziare l’attività della politica. Difatti lo stato braavosiano si regge molto poco sulle tasse dirette e moltissimo sui contributi che vengono forniti dalle famiglie aristocratiche per occupare una carica di potere. Non tutti sono in grado di mantenersi in tali posizioni e spesso, per questa ragione, si formano piccole consorterie di affari, promesse ed equilibri precari, nei quali i mercanti fanno la parte di “quelli che pagano”.

Un altro, importantissimo, potere cittadino è l’esercito, che per la prominenza della guerra navale è detto la Flotta. Come città libera, Braavos è costantemente in conflitto con le altre città per il predominio marittimo. Inoltre, molte città si considerano le eredi naturali di Valyria e vedono Braavos come la “piccola figlia ribelle”. Se a ciò si aggiunge che le città schiaviste dell’omonima baia vedono come una minaccia costante la politica antischiavista della città, si comprende bene come il mondo sia pieno di nemici per chi vive all’ombra del Titano.

Per questo, Braavos mantiene un esercito imponente e soprattutto una flotta nutrita. Il numero di navi che la città materialmente dispone è uno dei segreti meglio custoditi, ma i braavosiani dicono, non senza esagerazione, ognuna delle cento isole dispone di cento navi per la propria difesa.

Mantenere queste imponenti difese è naturalmente molto costoso ed è questa la principale voce nel bilancio della città.

La Flotta è sempre stato formalmente neutrale nella politica cittadina, ma tutti gli aspiranti Signori dei Mari e tutti gli aristocratici in ascesa si sono sempre accertati di non incontrarne le ire.

Nell’ambito della guerra navale si è sviluppato il famoso stile di combattimento braavosiano: uno spadaccino che è costantemente sottoposto al pericolo di cadere in acqua non può indossare un’armatura di metallo e, per ovviare a questo problema, i braavosiani hanno sviluppato uno stile di scherma basato sull’agilità, su movimenti rapidi e sulla capacità di osservazione e di tempismo, chiamato emblematicamente lo Stile dell’Acqua. Gli spadaccini che lo praticano, che siano mercenari o parte della Flotta, sono ovunque in città.

Un altro potere notevolissimo in città sono le banche. La Banca di Braavos ha, nei suoi magazzini e in giro per il mondo, la maggiore quantità di ricchezza delle terre conosciute. Il suo peso economico, e quindi politico, è enorme e si basa su un intricato sistema di contratti, rapporti, promesse e vincoli che solo i più alti funzionari conoscono, e solo in parte. Si dice, infatti, che la Banca di Braavos sia animata di vita propria.

Esistono, inoltre, anche banche minori, che garantiscono commerci e pagamenti anche in terre molto lontane.

Un potere occulto, bizzarro, silenzioso e molto pericoloso è rappresentato dalla Casa del Bianco e del Nero, i famosi assassini che venerano il Dio dai Mille Volti. Nessuno conosce o comprende esattamente il loro modo di muoversi o di colpire e, di solito, la loro esistenza è uno di quegli scomodi segreti che preferisci ignorare: lo Stato non si occupa di loro e loro non si occupano dello Stato. Ovviamente non è del tutto così e spesso un avvicendamento tra nobili o addirittura tra Signori dei Mari è stato propiziato da una malattia improvvisa o da una caduta dalle scale. D’altronde tutti gli uomini devono morire.

 

  

Fine - Commenti

 

'Sta cosa a che serviva? Era un vecchio progetto, mai andato in porto, quindi a quello. 

Ma l'ho riportato qui per un altro motivo, ovvero esposizione. 

Vi ricordate quando parlavamo di Venezia 1511? No, non ve lo ricordate, quindi ve lo linko qui. Questa presentazione serve per dire dove si gioca. Quando no, non c'è scritto. 

Però, soprattutto, si intuisce il gameplay: scontri di potere tra gente con i soldi che commerciano continuamente perché avere il potere costa, gestirlo costa e costa anche mantenere lo stato, cosa che fanno i giocatori. Si intuisce anche che, nel momento in cui finiscono i soldi, finisce il potere e che sabotarsi reciprocamente può essere parte del gioco. 

E si intuisce, alla fine, che ci sono fazioni di PNG potenti che fungono da contraltare al potere: il potere militare, il potere economico e la criminalità organizzata. Ma ogni riferimento a fatti, persone o situazioni reali è puramente casuale

 

 

1 commento:

  1. Suppongo per chi apprezza il genere sia una figata atomica.
    Per quanto mi riguarda, mi fa venir sonno solo a pensarci.

    RispondiElimina

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